elemento aria Anahata Chakra

 L'aria è l'elemento più sottile, di quelli fino ad ora incontrati; non ha odore, sapore, pur essendo l'elemento con cui il contatto è costante e diretto per ognuno di noi in ogni istante della vita, è forse quello a noi più sconosciuto.

Chiudi gli occhi e pensa ad un'immagine della terra, poi all'acqua, pensa al fuoco, ora all'aria…. forse hai dovuto aspettare un po' prima che la sua immagine ti si presentasse.

Eppure l'aria ci circonda e ci accarezza costantemente, entra ed esce in noi ad ogni respiro.

Entriamo in questa vita con un respiro, e la abbandoniamo esalando l'ultimo respiro; l'aria è vita.

L'uomo può sopravvivere molti giorni senza mangiare, alcuni giorni senza bere, ma solo pochi minuti senza respirare, nonostante ciò non siamo veramente consapevoli della presenza di questo elemento.

Portiamo attenzione all'aria che ci circonda, ascoltiamo il canto del vento che soffia, la brezza che muove le foglie degli alberi, il respiro dell'aria sulla nostra pelle; diventiamo consapevoli del nostro respiro, osserviamolo nelle diverse situazioni, nei vari momenti della giornata, scopriremo quanto il respiro sia lo specchio dei nostri stati d'animo, e della nostra mente.

Osserviamo il respiro quando siamo sereni e rilassati, lo scopriremo lento, lungo, sottile, regolare; durante uno sforzo, il respiro è forte, intenso, ampio, si espande nella cavità toracica; quando siamo agitati, nervosi o ci sentiamo in pericolo il respiro diventa veloce irregolare e sale a livello clavicolare, ci sembra di averlo in gola.

Gli yogi hanno osservato prima di noi il comportamento del respiro per questo lo hanno definito il ponte tra il corpo e la mente, e per questo lo yoga sostiene che controllando il respiro possiamo controllare la mente.

Oramai siamo abituati a cercare sempre un'aiuto esterno per ogni disagio: ci sentiamo agitati e prendiamo un calmante, ci sentiamo stanchi e cerchiamo qualcosa che ci "tiri un po' su" ci sentiamo tristi e aspettiamo che qualcuno ci venga a consolare e così via….

In realtà i disagi che arrivano dalla mente potrebbero essere risolti o almeno migliorati semplicemente con esercizi di controllo del respiro (pranayama).

L'Hata Yoga Pradipika dedica il secondo capitolo al pranayama, Patanjali indica il pranayama come il 4° scalino da salire nella ascesa verso il Samadhi.

Prima di passare alle vere tecniche di pranayama inizia ad essere consapevole del tuo respiro inizia a conoscerlo veramente dedica alcuni minuti al giorno all'osservazione del tuo respiro: siedi in una posizione comoda, rilassa il corpo, e fai un paio di respiri profondi per far si che la mente incontri il respiro, e poi fermati a guardare, sii testimone del tuo respiro senza giudicarlo rimani per qualche minuto in osservazione… tutto qui. fallo per alcune settimane e senza troppo sforzo vedrai i risultati.

La mente sarà più attenta, aumenta la capacità di concentrazione, la memoria, il controllo di se stessi.

 

LO YOGA E L'ELEMENTO ARIA

La caratteristica principale dell'elemento aria è IL MOVIMENTO

In ayurveda l'aria è conosciuta come il VENTO e il vento si muove continuamente, dentro e fuori di noi, ogni movimento è governato dall'elemento aria.

Quando l'aria è in eccesso porta "agitazione", spesso il movimento dei pensieri si riflette nel corpo con movimenti involontari, si batte il piede, si agita un arto, si digrignano i denti, o addirittura il continuo movimento si trasforma in tic nervoso.

Quando l'elemento aria è carente ci si sente stanchi e affaticati.

Con lo yoga dinamico, ossia quando eseguiamo una sequenza a ritmo con il nostro respiro, l'elemento aria è in equilibrio, il movimento non è più "agitazione" ma ritmo regolare, e l'energia che ne ricaviamo è attiva, vitale capace di eliminare il senso di flemma e la pigrizia.

Energeticamente l'elemento aria risiede in Anahata Chakra (il chakra del cuore) , a livello fisiologico possiamo collocarlo a livello del plesso cardiaco.

Ci troviamo nell'area toracica dove trovano spazio il cuore, e i polmoni gli organi più importanti per quanto riguarda la circolazione del sangue ed il respiro, entrambi caratterizzati dal movimento, lo stesso movimento che caratterizza l'elemento aria.

Fisicamente questo spazio comprende anche le spalle, le braccia, i polsi, le mani.

Tutte le posizioni che aprono, e rinforzano il torace hanno un effetto benefico sulla respirazione.

Le posizioni che rinforzano le spalle, le braccia, i polsi, le mani creano un ponte di energia con il chakra del cuore.

Ci sono due posizioni che mi sento di consigliare per lavorare in questo "spazio": GOMUKASANA E GARUDASANA eseguite una di seguito all'altra ascoltando attentamente il respiro e portando la consapevolezza ad Anhata Chakra.

Gomukasana è per me l'asana che davvero permette di espandere il petto ed entrare in contatto con Anatha chakra con grandi benefici sul respiro sulla mente e sul cuore.

Garudasana eseguita dopo Gomukasana porta equilibrio, apre lo spazio tra le scapole e ci permette di "respirare" nella parte posteriore dei polmoni.

Anahata chakra è definito come "colui che batte senza essere percosso" proprio come il cuore che batte incessantemente dando ritmo alla nostra vita, un ritmo regolare che aumenta in presenza di forti emozioni, batte forte soprattutto per amare.

Anahata si trova a metà della scala verso l'Unione; sotto Anhata pulsano i 3 chakra associati alla nostra individualità, sopra, i tre chakra legati alla spiritualità.

Anhata è il punto di unione tra l'io e il Sè, non a caso si trova all'altezza del cuore.

Lavorare su Anatha chakra significa aprirsi agli altri, abbandonare il senso di attaccamento, l'IO, il MIO, per trasformarlo in condivisione, dono, amore.

E' in questo chakra che vive la nostra capacità di amare incondizionatamente, di gioire per la gioia altrui, ma è qui anche la sede del dolore.

Il segreto racchiuso in questo Chakra è il perdono!

Lasciare andare, abbandonare i risentintimenti, perdonare con il cuore è un atto d'amore verso se stessi oltre che verso gli altri un dono che facciamo a noi liberandoci dal perso del rancore..

Perdonare significa abbandonare la distruttività in favore della creatività.

Quando perdoni lasci andare il superfluo e ti concentri sull'essenziale

Quando perdoni il cuore e la mente si aprono verso il nuovo, se serbi rancore la mente diventa rigida e si fossilizza.

Quando perdoni dai spazio all'amore, se non perdoni ti chiudi in te stesso

Il perdono fa parte della trasformazione dal voler male in voler bene, per giungere a Essere Amore.

 

Lavoriamo sulla capacità di lasciare andare, esercitiamo questa capacità in maniera semplice, con l'aiuto del respiro e delle posizioni che lavorano sull'apertura del torace e l'apertura del cuore.