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UPAVASA (digiuno yogico)

 

Il digiuno è la pratica di astenersi dal cibo adottata fin dall’antichità per depurare il corpo dalle tossine e ritrovare maggiore vitalità.

Secondo l’Ayurveda, e in generale secondo la medicina naturale, la maggior parte delle malattie ha origine proprio nel tratto gastrointestinale, ecco perché questa pratica è considerata una delle migliori medicine preventive.

Dal punto di vista fisiologico il più grande beneficio portato dal digiuno è quello di concedere un momento di riposo allo stomaco, fegato intestini e a tutti gli organi della digestione, e con il riposo dell’apparato digerente, si possono espellere e neutralizzare le tossine che si formano durante i processi metabolici della digestione.

 

Nello Yoga la pratica del digiuno fa parte della “shadana” (percorso spirituale) di ogni praticante, in quanto il suo effetto benefico non riguarda solamente il corpo fisico ma anche il corpo energetico e spirituale.

Paramansa Yogananda dice che: “Il digiuno è uno dei mezzi più grandi per avvicinarsi a Dio”

Nello Yoga il digiuno è un mezzo per liberare la forza vitale dalla dipendenza dal cibo, è un momento in cui si ha più tempo da dedicare alla pratica e alla meditazione, inoltre essendo il nostro corpo costituito per il 75% di acqua, il digiuno nello yoga è praticato in corrispondenza di particolari momenti del ciclo lunare e prende il nome di Upavasa (upa=vicino; vasa=dimora divina).

E’ ben nota l’influenza che ha la luna sulle acque del nostro pianeta, mari, oceani, piante, esseri umani, per questo lo yoga consiglia di preferire i giorni di Ekadasi (undicesiomo giorno dopo la luna piena o dopo la luna nuova) per dedicarsi al digiuno.

Secondo i Rishi (antichi asceti) in questi giorni la ghiandola pineale secerne degli ormoni particolari che entrando nella circolazione sanguigna facilitano la meditazione.

Quando mangiamo, questi ormoni non riescono ad essere assorbiti dai nostri centri più sottili, perché vengono deviati verso le ghiandole basse, limitando l’assorbimento delle ghiandole endocrine del cranio mentre questo avviene con l’astensione dal cibo.

Naturalmente tutto ciò è un processo che può avvenire con la pratica costante, non vi sono risultati immediati ne illuminazioni lampo ma, si potranno comunque sperimentare benefici fisici e mentali dati da questa pratica.

Inoltre è importante che durante il digiuno in Ekadasi i pensieri siano rivolti all’interno, magari con l’aiuto di un mantra su cui meditare e su cui sintonizzare la propria vibrazione.

 

Om Shanti Om 

 

Francesca

 

Shrii Shrii Anandamurti nel suo libro “Caryacarya parte III”, descrive i seguenti effetti del digiuno:

“Durante e vicino alla luna nuova e alla luna piena, si può osservare che il fattore gassoso e quello liquido salgono all’interno del torace e della testa creando una sensazione di disagio. Per questo motivo, se la persona non mangia durante questo periodo, questi fattori vengono spinti verso il basso del corpo, alleviando il disagio.